venerdì 15 gennaio 2010

Uragano su Forte dei Marmi




Capitolo 1
Uragano su Forte dei Marmi...


Albert salutò dolcemente Rosa e la tranquillizzò con la promessa che l’avrebbe aiutata. L’accompagnò alla macchina e s’incamminò verso la sua.

Non fece tempo a vedere l’auto di Rosa allontanarsi che nel cielo si scatenò un uragano e su Forte dei Marmi e la Versilia tutta, cominciò a piovere come se fosse il diluvio universale. Meno male che si era portato l’ombrello.

Raggiunse velocemente la macchina, che aveva posteggiato sul viale a mare, ma quando fu arrivato, anziché salirci subito, con la coda dell’occhio vide il pontile, che come un’autostrada, si proiettava lungo e diritto in mare.

Chiuse la macchina e si avviò sotto l’acqua verso il pontile.

Il pontile di Forte dei Marmi era una figura Vittoriana che era appena stata ristrutturata e profumava ancora di cemento nuovo.

La sua sagoma si estendeva maestosa per oltre duecento metri in mare aperto e quel giorno si scorgeva appena. Le onde del mare passavano da una parte all’altra del pontile, risucchiando tutto quello che c’era sopra.

Sarebbe stato un azzardo avventurarcisi e Albert ci si fermò davanti, immerso nei suoi pensieri.

Non riusciva a togliersi dalla testa il volto di Rosa interamente coperto dalle lacrime e quell’uomo così cattivo, autore di una tale ignomìnia, che faceva una gran brutta pubblicità all’universo maschile.

Continuava a domandarsi come avrebbe potuto mantenere la promessa che aveva fatto alla ragazza. Continuava a ripetersi che doveva fare qualcosa. Già, qualcosa. Ma cosa?

Restò in piedi davanti all’ingresso del pontile per oltre dieci minuti, a guardare le onde che s’infrangevano tra gli scogli, che ogni tanto si avvicinavano maestose e lo spruzzavano di acqua salata.

Le sue scarpe erano zuppe e l’ombrello cominciava a dare segni di cedimento, merito anche del vento, che nel frattempo si era alzato e dava alla pioggia un taglio trasversale che rendeva inutile avere una qualsiasi copertura.

Guardò per l’ultima volta il mare agitato e si voltò, come per tornare indietro. Raggiunse in fretta la Porsche Boxster parcheggiata sul viale e dopo essere entrato, si adagiò sul sedile, rilassando ogni muscolo del suo corpo.

Chiuse gli occhi in cerca di riposo e si lasciò andare.

Passò qualche minuto nel più profondo silenzio, immerso nei suoi pensieri, disturbato solo dal rumore della pioggia sulla carrozzeria.

Poi apri gli occhi e all’improvviso, l’idea! Si era come manifestata in maniera divina nella sua mente, come se una forza misteriosa gli avesse aperto una porta dietro alla quale trovare la soluzione al problema che tormentava Rosa.

la storia di Albert e di Rosa continua nel prossimo post...



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