mercoledì 6 gennaio 2010

L'incontro con Rosa...


Capitolo 1
L'incontro con Rosa

Aveva un feeling particolare con le donne. Non soltanto riusciva a capirle, a comprenderle, a tranquillizzarle; riusciva persino ad aiutarle. Era capace di metterle in uno stato d’animo positivo con una semplice battuta o con il suo sorriso.

Tutte quelle che lo conoscevano lo consideravano una sorta di “antidepressivo umano” e lo cercavano in continuazione. E Albert non si tirava mai indietro, sempre disponibile, sempre pronto a dare un consiglio, sempre affabile con tutte.

Più di una volta avevano scherzosamente pensato di reinventarlo “pillola” da vendersi in farmacia.

Era così capace, che la stessa Rosa, ogni qualvolta aveva un problema, un momento di difficoltà, chiamava Albert e gli chiedeva di ascoltarla, anche solo per cinque minuti. Semplicemente di ascoltarla.

Albert e Rosa s’incontrarono in un bar di Forte dei Marmi. Albert arrivò puntuale, almeno cinque minuti prima, com’era suo solito fare. Rosa arrivò trapelata, ancora una volta in ritardo.

Il suo modo di fare era classico: partiva all’ultimo minuto, arrivava all’ultimo minuto, faceva le cose all’ultimo minuto. Questa era Rosa, nel bene e nel male, nel corso di tutta la sua vita.

Rosa era una dolcissima ragazza di trentadue anni, madre di Alice, una splendida bambina di sei. Stefano, il padre di Alice, aveva lasciato lei e Rosa quando la bambina aveva poco più di un anno, abbandonandole per una ballerina di lap dance.

Quel porco non le faceva avere neppure un misero euro mensile, si era come volatilizzato. Era completamente sparito e Rosa lo aveva ormai cancellato dalla sua vita.

Da quel giorno di cinque anni fa, si era rimboccata le maniche e provvedeva in tutto e per tutto ad Alice. Le faceva da mamma ed anche da papà. E soprattutto, svolgeva contemporaneamente due lavori.

Lavorava in un pub nei fine settimana la sera, come cameriera, e la mattina “cercava” case in vendita per un’agenzia immobiliare.

Rosa non era eccessivamente bella, direi una bellezza normale. Era alta un metro e settantasei, slanciata di corpo, con una folta chioma riccia in testa e un sorriso fantastico stampato sul volto.

Un sorriso particolare, unico, che le illuminava il viso sin dai primi minuti del mattino. Era un piacere incontrarla quando stava bene; era un piacere vederla sorridere.

Quel giorno Rosa era meno solare del solito. Un grosso problema le annebbiava la vista e soprattutto, le anneriva il volto. Lo oscurava completamente, decisamente lo oscurava. Facendole sparire quel sorriso stupendo dal viso. Che peccato!

Rosa aveva passato tutta la settimana a cercare di capire come poter fare, come poter risolvere quel dannato problema che l’angustiava e le creava non poche preoccupazioni per il futuro, suo e di Alice e una forma di attrito.

Attrito dentro di sé, perché era qualcosa che sapeva di dover fare, di dover affrontare, prima o poi. Ma che era difficile in base ai suoi valori. Che le creava non poche preoccupazioni, perché quel problema creava, a sua volta, altri problemi a cascata.

Si avvicinava la fine del mese e puntualmente, eccolo lì, il problema di Rosa tornava...

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