giovedì 7 gennaio 2010

Il problema di Rosa...

Capitolo 1
Il problema di Rosa


Rosa sognava di lasciare la zona della Versilia, piena di brutti ricordi per lei e tornare in Friuli, dai suoi nonni. Ma era inutile, senza i soldi, non sarebbe potuta andare da nessun’altra parte.

Eppure lavorava, lavorava come una matta, senza mai risparmiarsi. Macinava chilometri e chilometri a piedi, alla ricerca di case da poter far vendere nell’agenzia immobiliare in cui lavorava, ma tutti i mesi aveva il solito grande problema: chiedere i soldi al suo principale!

Lui, il suo principale, era un “gran figlio di buona donna”. Viscido, arrogante e non perdeva occasione per trattarla male.

Mai un complimento per il lavoro svolto, mai un grazie per le ore fatte in più, mai un premio. Anzi, ogni volta che doveva pagarle lo stipendio trovava delle scuse per rimandare. Una volta un motivo, una volta un altro, una volta un altro ancora, ecc.

Così, Rosa, si ritrovava a fine mese a dover ancora percepire lo stipendio del mese precedente. Quindici giorni, venti giorni, persino trenta giorni di ritardo. Messi insieme, diventavano un ritardo cronico, abitudinario. Tutti i mesi la solita storia, ormai da due anni, da quando Rosa aveva trovato lavoro da quel verme.

Aveva resistito sino ad allora per il bene di Alice, seppur in ritardo, quei seicento/settecento euro che riusciva a racimolare ogni mese, erano comunque importanti. Uniti, poi, agli altri 500 euro che percepiva come cameriera e tuttofare nei week-end, diventavano fondamentali per garantire alla bambina un minimo di tenore di vita.

Ma a parte l’essere sottopagata per la mole di lavoro che svolgeva, i ritardi nei pagamenti cominciavano ad allungarsi sempre di più e lei non riusciva a far fronte alle normali spese di affitto con regolarità.

Rosa capiva che aveva assolutamente bisogno di una buona dose di coraggio. Capiva che aveva assolutamente bisogno di un aiuto e quel giorno, decise pertanto di chiedere aiuto ad Albert.

In realtà credeva solamente che Albert potesse limitarsi ad ascoltarla, a darle una buona parola, una pacca sulle spalle. O magari qualche buon consiglio, come del resto aveva già fatto proprio quando lo conobbe. Come soltanto Albert sapeva fare.

Così, quella mattina, si ritrovarono al bar, a prendere un caffè insieme.

Quando Rosa arrivò, il vento si era quasi calmato e il colore del cielo, nero come la notte, non prometteva nulla di buono. Albert si alzo dalla sedia, al tavolino dell’angolo del bar che aveva scelto e le andò incontro per salutarla.

Aveva un modo di fare molto cavalleresco, che piaceva a Rosa, piaceva a tutte le donne che incontrava...

la storia di Albert e di Rosa continua nel prossimo post, lasciami un commento

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